Il gruppo trae il suo nome da Arpocrate, figlio di Iside e Osiride, dio del silenzio della mitologia egizia. Il gesto arpocratico di portare il dito alla bocca per intimare il silenzio è da noi simbolicamente recuperato per alludere al carattere complesso della conoscenza poetica, fondata sul confine fra la parola e il silenzio. In una prospettiva più ampia, la nostra memoria mitologica si richiama all’idea del silenzio come spazio della poesia e delle ragioni più profonde dell’umano nella sua dimensione storica e filosofica. L’intento degli studiosi che aderiscono al gruppo è quello di mettere a confronto diverse discipline, forme e stili dello studio umanistico, da quello dell’italianistica a quello della teoria della letteratura, da quello dell’antichistica a quello della linguistica e della filosofia, ponendo al centro dei propri interessi gli oggetti della conoscenza poetica e la possibilità di applicare a essi diversi metodi di indagine. Il gruppo perseguirà questo obiettivo attraverso l’organizzazione di incontri seminariali annuali su argomenti specifici di volta in volta individuati e la pubblicazione di volumi collettivi e individuali. Indagare uno stesso argomento o tema o autore con una pluralità di punti di vista è uno dei modi attraverso cui meglio può emergere la complessità degli studi umanistici, il loro spessore, la dimensione diacronica e sincronica e, in ultimo, anche l’aspirazione a una unità del sapere di cui essi necessitano. Siamo convinti che la complessità della conoscenza umanistica sia tale che ogni discorso che a essa si rivolga debba porre inevitabilmente un problema di teoria della conoscenza e dei limiti di ogni impresa conoscitiva, rispetto ai quali il gesto di Arpocrate intima un silenzio sapiente.